L’immagine della Sclavo attraverso le campagne pubblicitarie

Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento la réclame si fa strada in maniera pervasiva anche in ambito farmaceutico.

L’Istituto Sclavo non si sottrae a tale pratica della pubblicità per alcuni dei suoi prodotti, se è vero che nel 1911 sul giornale «Il Ponte di Pisa» pubblica il seguente messaggio: «La Jodo Gelatina scoperta dal prof. Sclavo e da lui introdotta nella pratica medica, sostituisce con vantaggio tutti gli altri preparati jodici».

E tre anni più tardi, nel 1914, è Carlo Biscaretti di Ruffia, disegnatore tecnico e pubblicitario tra i più famosi, a firmare la grafica della pubblicità della Jodogelatina Sclavo. In perfetta linea con i messaggi promozionali del tempo, un drago ruggente rimanda in maniera diretta al potere rigenerante della Jodogelatina Sclavo.

Nella storia della ‘costruzione dell’immagine’ dell’Istituto Sclavo il momento di svolta è però rappresentato dalla nomina di Dario Neri a procuratore degli eredi Sclavo il 1° aprile 1935. Dario Neri, che alcuni anni prima aveva

spostato Matilde, la figlia minore di Achille Sclavo, introduce in Istituto non solo un’idea nuova di organizzazione del lavoro ma anche tutta la sua sensibilità artistica di pittore e xilografo, che lo porterà a cimentarsi con ottimi risultati nella realizzazione di disegni pubblicitari.

Dario Neri ben conosce le leggi che regolano la comunicazione e riesce ad applicarle nella maniera migliore per il bene dell’Istituto Sclavo. E in tale senso va ricordato il suo proposito, fondamentale da un punto di vista comunicativo, di creare una veste grafica unica e facilmente riconoscibile per tutti i prodotti Sclavo. Adotta due colori, il verde e il bianco, e il marchio della freccia spezzata da un’altra freccia, sovrastata dal motto “CONTRARIA”, scelto a suo tempo dallo stesso Achille Sclavo.

Questi elementi caratterizzano non solo i prodotti, essendo riportati sulle confezioni, ma soprattutto il materiale pubblicitario, creando un’immagine forte dell’Istituto basata su un passato importante e sulla figura di Sclavo e

su un futuro altrettanto rilevante per gli studi di nuovi metodi immunologici che mostrano l’Istituto come realtà all’avanguardia in tale settore.

Nel secondo Dopoguerra la comunicazione dell’Istituto Sclavo viene affidata – segno di tempi che stanno ormai cambiando – anche a videodocumentari che illustrano i «nuovi potenti mezzi di lotta contro le malattie infettive» e promuovono l’immagine dell’Istituto come «città laboratorio», un grande complesso scientifico-industriale senese che nel solco tracciato da Achille Sclavo occupa da tempo una posizione di avanguardia nell’industria dei vaccini e gode di una solida reputazione.