La nascita dell’Istituto Sieroterapico e la direzione di Achille Sclavo

Il 3 novembre 1904 Achille Sclavo e Ivo Bandi (1867-1926) costituirono a Siena l’Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano «per la preparazione di sieri, vaccini, virus, prodotti affini e materiali terapeutici e profilattici di altra natura» (Atto costituivo dell’Istituto).

Iniziò così un’avventura che vide Sclavo vestire gli abiti dell’imprenditore. Consapevole di poter offrire un maggior contributo alle necessarie battaglie igienico-sanitarie nelle quali il Paese era impegnato, Sclavo affiancò all’insegnamento e alla ricerca universitaria la creazione di un centro nel quale poter produrre su larga scala il siero anticarbonchioso di sua scoperta, oltre ad altri sieri e vaccini derivanti dalla ricerca sua e dei suoi collaboratori.

I progressi scientifici che nei primi anni del Novecento caratterizzarono la microbiologia e l’immunologia diedero un notevole impulso alle produzioni dell’Istituto, che iniziò il suo ampliamento anche da un punto di vista strutturale ed edilizio. Ma fu con il primo conflitto mondiale che l’Istituto fondato da Sclavo iniziò a conoscere una crescita importante estendendo a livello industriale la produzione di sieri e vaccini, in particolare contro il tifo e il colera, richiesti dal Governo per la vaccinazione dell’esercito.

Negli anni Venti furono infine le campagne sanitarie del regime fascista a determinare un ulteriore notevole aumento della produzione Sclavo, che avrà un ruolo di primo piano con le anatossine, difterica (Anadifterall) e tetanica (Anatetall), che resero praticamente definitivo lo stato immunitario acquisito del soggetto vaccinato.

È interessante notare come per i sieri e i vaccini l’Istituto senese ebbe almeno fino alla morte del suo fondatore un rapporto privilegiato con lo Stato, che figurava come il principale cliente.