Lo Sclavo: un istituto per supportare le politiche sanitarie nazionali
Il grande igienista Achille Sclavo (1861-1930) è consapevole di poter offrire un maggior contributo alle battaglie igienico-sanitarie nelle quali il Paese è impegnato, affiancando all’insegnamento e alla ricerca universitaria la creazione di un centro nel quale poter produrre su larga scala il siero anticarbonchioso di sua scoperta, e altri sieri e vaccini derivanti dalla ricerca sua e dei suoi collaboratori.
Nasce così nel 1904 l’Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano, dove Sclavo integra l’impresa con la ricerca accademica, in nome di una decisa azione a favore dell’igiene.
Nella politica sanitaria dei primi decenni del Novecento, finalizzata a prevenire il diffondersi delle malattie infettive, la sieroterapia si presenta come tecnica curativa, mentre la vaccinoterapia quale strumento per la prevenzione delle malattie infettive.
L’Istituto si sviluppa notevolmente nel corso del Novecento e a fine degli anni Cinquanta è da registrare la prima visita di Albert Sabin.
Verificati il livello tecnico raggiunto e i costanti aggiornamenti tecnici, Sabin affida all’Istituto Sclavo la produzione del suo vaccino contro la poliomielite. Nel febbraio 1964 prende il via a Siena la produzione del Polioral. Al ritmo di un milione di dosi al giorno l’Istituto Sclavo è in grado di consegnare i vaccini in modo che il 1° marzo 1964 possa – come da programma – iniziare la vaccinazione antipoliomielitica anche in Italia.