Santa Maria della Scala, l’Ospedale dei mille anni
Il Santa Maria della Scala è stato un classico esempio di Xenodochium, cioè un luogo di accoglienza per forestieri, pellegrini e poveri, data anche la vicinanza con la Via Francigena, importantissima strada per i commerci e i pellegrinaggi tra Roma e l’Europa del nord. Infatti, dal IV secolo dopo Cristo, con l’affermarsi della religione cristiana la carità nei confronti del prossimo fa sì che vengano creati luoghi per accogliere e rinfrancare quanti ne hanno necessità.
Solo alla fine del Medioevo alla funzione di accoglienza viene affiancata la funzione di cura, come appare evidente in uno degli affreschi del Pellegrinaio: la Cura e governo degli infermi, dipinto da Domenico di Bartolo, tra il 1440 e il 1441.
Dal XV secolo il Santa Maria della Scala svolge quindi anche attività di cura e nei secoli è sede della facoltà medica dell’Università di Siena.
Nella seconda metà del XIX secolo si assiste all’affermazione delle prime cliniche, dove i pazienti vengono ricoverati a seconda delle patologie dalle quali sono afflitti.
A Siena questa evoluzione dell’arte medico-chirurgica porta a un ulteriore rafforzamento del rapporto tra insegnamento universitario e pratica ospedaliera, tanto che nel 1886 il Santa Maria della Scala diviene il primo policlinico universitario in Italia.