oLIVE you! Il mondo dell’olio raccontato dai Museum Angels

 

Lunedì 30 novembre il Museo di Strumentaria medica ha partecipato al progetto oLIVE you!, un calendario di incontri sull’olio ideato e realizzato dai Museum Angels di Fondazione Musei Senesi, tra i quali Antonella Maggio che presta la sua attività di servizio civile nel Museo di Strumentaria medica.

Nell’occasione è stato presentato un intervento dal titolo “L’olio di oliva: un alimento salutare, se è genuino. Igiene e frodi alimentari nella storia”, che ha preso spunto da uno strumento che fa parte delle collezioni del museo, il Termoleometro di Tortelli. Proprio intorno a questo strumento è stata costruita l’iniziativa, che mostra come l’Università di Siena sia fortemente impegnata tanto nella tutela del patrimonio storico che nella ricerca scientifica. 

Angela Caronna, curatrice delle collezioni del Museo di Strumentaria medica, e Andrea Bernini, tecnico di ricerca presso il dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia, hanno raccontato la storia di questo “apparecchio atto a scoprire le adulterazioni degli olii di oliva e pure degli altri olii vegetali e animali”, e ne hanno mostrato il funzionamento. Partendo da questa dimostrazione, Comasia Ricci, tecnico di ricerca presso il dipartimento di Scienze della Vita, ha tenuto un approfondito discorso sull’igiene degli alimenti, soffermandosi sulle possibili sofisticazioni dell’olio di oliva e sulle conseguenze che questo può avere sulla salute. 

L’incontro, che si è svolto in modalità telematica ed è stato trasmesso sulla pagina facebook del Museo di Strumentaria medica, è stato introdotto da un intervento di Davide Orsini, docente di Storia della Medicina, sulle frodi alimentari nella storia, una delle attività criminose più antiche dell’umanità. In particolare si è soffermato su alcuni studi di inizio Novecento, come quello di Achille Sclavo, docente di Igiene all’Università di Siena, su “La sofisticazione delle paste alimentari colle farine di leguminose”, che prevedeva l’uso fagioli avariati, giacché quelli di buona qualità avevano un valore commerciale pressappoco uguale a quello del frumento, con notevoli danni per la salute. Il grande igienista senese denunciava come “le vigenti disposizioni legislative per combattere la sofisticazione delle paste alimentari” non tutelassero sufficientemente “né il commercio onesto né la salute pubblica”.

Nella stessa adunanza il professor Grimaldi intervenne sulla “nuova falsificazione del pepe in grani”. Oggetto di sofisticazione era anche il caffè, come dimostrò nel 1903 Donato Ottolenghi, collaboratore di Sclavo all’Istituto di Igiene dell’Università. Ma fondamentale nella lotta alle frodi alimentari furono gli studi sulle farine impiegate per il pane e la pasta. Si andava dalla ricerca della farina di mais nel pane fino alla ricerca della segatura di legno aggiunta alle farine alimentari e al pane, come dimostra un saggio sempre del 1903 a firma del dottor Pietro Pagnini, dello stesso Istituto universitario. 

Tutti questi scritti riportavano i risultati di studi di laboratorio e indicavano le metodiche scientifiche per la dimostrazione di tali sostanze in modo che gli addetti alla vigilanza potessero ben dimostrare eventuali frodi alimentari.