“Prendersi cura”: i musei del SIMUS declinano il tema 2025 per le azioni di Public Engagement

Il percorso espositivo presente al secondo piano del palazzo del Rettorato è stato ancora una volta completamente rinnovato. Le teche espongono beni provenienti dagli 8 musei del Sistema Museale Universitario Senese e dal Museo interuniversitario dell’Antartide: piccoli esempi dello straordinario patrimonio che il nostro Ateneo ha creato e conserva da secoli.

Consapevoli che in questa nostra società i musei sono chiamati a dialogare con i diversi target di pubblico, trasmettendo le conoscenze che derivano dai beni presenti nelle collezioni e dalle esperienze di ricerca che sono alla base del loro studio e della loro valorizzazione, il SIMUS anche per quest’anno ha scelto di accogliere il tema scelto dall’Ateneo per le azioni di Terza Missione, declinandolo a seconda dell’ambito disciplinare che contraddistingue ciascun museo.
In questo modo il nuovo allestimento rappresenta un messaggio forte relativamente al tema del “prendersi cura”.

Ciascun bene è accompagnato da un podcast che, attraverso le voci degli operatori museali, racconta quanto è in mostra e il legame di ciascun bene culturale con il tema comune scelto dall’Ateneo, evidenziando elementi importanti per la crescita culturale, sociale e di rispetto dei diritti di tutti i cittadini.
L’accezione più immediata del tema scelto porta al prendersi cura della persona in senso medico. E così i due musei di tale ambito, il Museo Anatomico e il Museo di Strumentaria medica, propongono due beni che testimoniano l’uno l’attenzione alla didattica anatomica, l’altro il momento della diagnosi.
Il Museo Anatomico ha scelto di mostrare un preparato di colonna vertebrale che presenta alcune “varietà” nella composizione. Si tratta di uno strumento particolarmente interessante nella formazione dei futuri medici.

Il Museo di Strumentaria medica invece ha scelto di esporre una cassetta di preparati istologici e patologici realizzata nel 1923 in Germania per uso didattico.
Il prendersi cura di una persona affetta da una malattia è un percorso da costruire insieme, che necessita sempre di una specifica attenzione del medico alla persona che ha di fronte, nel duplice obiettivo di prendersi cura del paziente nella sua essenza fisica e psichica e curare la malattia.
Un momento di particolare importanza in tale percorso è la raccolta di informazioni utili alla diagnosi, che per molte patologie si realizza anche attraverso un esame istologico al fine di diagnosticare la presenza di eventuali lesioni. Tale esame consiste nell’analisi, attraverso il microscopio, di prelievo eseguito su una parte del corpo in cui si sospettano anomalie: in questo modo è possibile definire nello specifico, in caso di esito positivo, il tipo di malattia in atto e anche la sua gravità. L’importanza di questo processo fa sì che i preparati come quelli esposti abbiano rivestito e continuino a rivestire una grande importanza nella formazione dei futuri medici. Il prendersi cura non può tuttavia limitarsi al solo essere umano.

Particolare attenzione è posta dai musei del SIMUS al prendersi cura dell’ambiente. Dalla sua comparsa sulla Terra il genere Homo ha sempre utilizzato le risorse di cui il nostro pianeta è ricco. Certi tipi di rocce sono serviti per fabbricare le prime asce, altri per fabbricare le punte di freccia. Elementi nativi come rame ed oro venivano utilizzati per utensili e ornamenti. Lo sviluppo della tecnologia ha poi portato alla produzione di manufatti in ferro e vetro. Anche oggi, ogni oggetto che noi produciamo, dai più sofisticati a quelli di uso quotidiano derivano dall’utilizzo di materie prime di origine naturale. Negli ultimi anni, parallelamente allo sfruttamento delle georisorse è nata anche la consapevolezza della loro esauribilità. Quasi tutte le georisorse non sono rinnovabili: i processi geologici che hanno portato alla loro formazione sono molto più lenti rispetto alla velocità con al quale noi esseri umani le sfruttiamo. Da qui nasce la necessità di un comportamento virtuoso che deve associare alla produzione industriale, una diminuzione di produzione di rifiuti e, soprattutto, il loro riuso e riciclo. Allo sfruttamento di materie prime non rinnovabili, vanno aggiunte altre note negative: l’impatto ambientale di miniere e cave, lo sfruttamento del suolo, nonché il costo del lavoro dei minatori e cavatori. In questo contesto – testimonia il Museo di Scienze della Terra – risulta fondamentale imparare a riciclare ed entrare in un’ottica di economia circolare, non più lineare.

Su questa linea è anche il Museo nazionale dell’Antartide di Siena che ha incentrato la sua esposizione sul Protocollo di Madrid del 1991 che vieta lo sfruttamento delle risorse minerarie del continente antartico (carbone, ferro, litio, oro) per 50 anni, fino al 2041, privilegiando il concetto di “patrimonio comune dell’umanità”.

L’attenzione all’ambiente è anche il tema del Museo Botanico che ci ricorda come il nostro pianeta stia perdendo le specie indigene, custodi della biodiversità locale e della resilienza degli ambienti naturali. Un’attenzione che non si ferma alla Terra ma che si espande nell’universo: l’Osservatorio astronomico ha esposto uno Spettroscopio Zeiss del 1910, che fa parte della Collezione di Strumenti di Fisica, per ricordarci come la spettroscopia ci aiuti a comprendere meglio la struttura e l’estensione dell’Universo.

Il percorso espositivo del SIMUS si conclude con una riflessione dei referenti delle Collezioni di Archeologia e d’Arte riguardo al prendersi cura dei beni culturali, un percorso che inizia con la cura degli oggetti provenienti dal passato: i reperti archeologici. Nell’esposizione è presentata una sintesi dei diversi passaggi che compongono la restituzione di tali beni, dallo scavo al museo. Per la loro conservazione e valorizzazione nelle esposizioni museali sono infatti necessari interventi conoscitivi e conservativi, condotti anche da laboratori specializzati, attivi nel nostro Ateneo.

Un ulteriore esempio della cura del patrimonio artistico è il bozzetto, esposto dal Percorso storico di Ateneo, dell’opera commissionata allo scultore fiorentino Raffaele Romanelli per celebrare il ricordo degli studenti e dei professori volontari del battaglione universitario caduti a Curtatone e Montanara, una delle battaglie campali della prima Guerra d’Indipendenza. Il prendersi cura spazia in questo modo dall’oggetto alla memoria delle persone che hanno costituito la grande Comunità universitaria negli otto secoli di storia del nostro Ateneo.
È pertanto evidente come i musei possano divenire sempre più spazi di ricerca, di confronto, di divulgazione sui diversi aspetti che riguardano il tema scelto dall’Ateneo, contribuendo fattivamente alle azioni di Terza Missione.