Due nuovi campioni di minerali, fonti di Critical Raw Material, al Museo di Scienze della Terra

Due nuovi campioni di minerali, fonti di Critical Raw Material (CRM, materia prima critica) quali Niobio (Nb) e Boro (B), sono stati acquisiti dal Museo di Scienze della Terra. L’Unione Europea li classifica come CRM, cioè, materiali che hanno una enorme importanza economica, ma il cui approvvigionamento da paesi politicamente instabili è considerato ad alto rischio.
La columbite è un ossido (FeNb2O6) e rappresenta il minerale principale fonte di Nb. Spesso il Tantalio (Ta) sostituisce il Nb e quindi lo stesso minerale può essere fonte di entrambi gli elementi. Nb e Ta hanno proprietà simili e danno agli acciai particolari caratteristiche come alta resistenza termica. Fin dai primi del Novecento sono stati utilizzati per superconduttori, nell’industria bellica e aerospaziale, nell’elettronica. Gli smartphone, ad esempio, necessitano di questi elementi che sono sempre più preziosi. Il campione del nostro Museo (Foto in basso) proviene dal Madagascar, ma i maggiori produttori mondiali di questo minerale sono il Brasile e la Repubblica Democratica del Congo (“Study on the CRM for EU, 2023”). Il materiale ricco in columbite e tantalite (ossido di Ta) è noto come coltan la cui estrazione avviene, spesso, in condizioni drammatiche e disumane per i minatori.


La “borace” (acido borico) è un tetraborato di sodio idrato (Na2B4O7 x10 (H2O)) e rappresenta la principale fonte di Boro (B). Il B viene utilizzato nei detersivi, insetticidi, disinfettanti. Il nostro campione di acido borico (Foto in alto) proviene da Larderello (Pisa), zona dei soffioni boraciferi. Dante cita queste zone ricche di laghi bollenti (i lagoni) e di fumarole e, forse, si immaginò qui, nella Valle del Diavolo, l’ingresso all’Inferno. Alle sorgenti di fluidi caldi ricchi in elementi sono associate le mineralizzazioni a borati e solfati, che venivano sfruttati già in epoca etrusca. Gli Etruschi, infatti, conoscevano alcune proprietà dei sali di B, che possono, infatti, agire come fondenti, e li utilizzavano per la produzione di smalti con i quali decoravano i vasi. Le mineralizzazioni sono state sfruttate anche nei secoli successivi fino all’Ottocento, quando ebbe grande sviluppo l’industria borica. Dal 1904 l’area di Larderello si è trasformata in zona per la produzione di energia elettrica da fonte geotermica e, ad oggi, fornisce 1/3 dell’energia elettrica di cui necessita la nostra regione. Le mineralizzazioni non sono quindi più sfruttate; il B di cui necessita la UE viene prodotto per più del 90% dalla Turchia.

Giovanna Giorgetti
Direttrice Museo di Scienze della Terra