Il ‘’Cranio esploso’’ o “Cranio di Beauchêne”: un preparato che permette di osservare le 22 ossa che lo compongono

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Questo preparato, che illustra la struttura del cranio umano è rappresentativo delle collezioni osteologiche del Museo Anatomico “Leonetto Comparini” dell’Università di Siena, nelle quali particolarmente numerosa è la collezione dei crani. Il ‘’cranio esploso’’ o “cranio di Beauchêne” mostra tutte le 22 ossa che lo costituiscono, distanziate e mantenute nella loro posizione. Questa disposizione consente di avere una visione d’insieme permettendo anche di apprezzare la complessa morfologia del cranio umano.
Edmée François Chauvot de Beauchêne, vissuto a Parigi tra il 1780 e il 1830, è l’anatomista, medico e chirurgo francese che ha messo a punto il cosiddetto “metodo Beauchêne” per realizzare tale preparazione.

Questa metodica prevedeva la pulitura e, se necessario, lo sbiancamento e la sgrassatura del cranio. Il preparato veniva immerso in acqua bollente, per consentire l’allentamento delle suture craniche. Successivamente si procedeva alla disarticolazione manuale delle singole ossa che erano poi rimontate su appositi supporti. Nel “cranio esploso” la disposizione “distanziata” delle singole ossa permette all’osservatore di visualizzare i dettagli morfologici e strutturali distinguendone le particolarità.

Margherita Aglianò e lo staff del Museo Anatomico