La Preistoria nelle Collezioni di Archeologia e d’Arte del SIMUS

Le collezioni della sezione di Preistoria sono formate da reperti originali, per i quali le Soprintendenze di competenza forniscono il permesso di deposito temporaneo, allo scopo di consentirne lo studio. Si tratta di manufatti in pietra, ceramica, osso e metallo, attribuibili a epoche diverse della Preistoria, dal Paleolitico fino all’età del Bronzo.

Tra i materiali in deposito temporaneo nel Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali, sono presenti interi contesti provenienti da siti archeologici che sono stati oggetto di ricerche sul campo. Non si tratta, quindi, di reperti selezionati per un’esposizione, come accade nei percorsi museali consueti, ma di ampi raggruppamenti di manufatti, grazie ai quali è possibile farsi un’idea dei modelli produttivi del periodo e delle culture a cui i contesti appartengono.

La delicatezza, le condizioni di conservazione e lo stato frammentario di questi reperti ne limitano la fruizione ai ricercatori e agli studenti di Archeologia anche se, non di rado, alunni delle scuole superiori hanno l’opportunità, debitamente guidati, di poter interagire con essi nella cornice di percorsi specifici di Alternanza Scuola Lavoro.

L’insieme più propriamente pubblico, visibile e fruibile della sezione, è costituito invece da oggetti realizzati secondo la metodologia dell’archeologia sperimentale, che riproduce manufatti fedeli agli originali per forma e dimensione, ma soprattutto per tecnica di fabbricazione e materie prime impiegate. Sono questi oggetti che, non avendo alcuna restrizione conservativa e un relativo valore pecuniario, consentono una fruizione di tipo esperienziale, mediante il coinvolgimento attivo del visitatore, di qualsiasi età, formazione o condizione, al quale viene proposto di toccare e manipolare gli oggetti esposti. La visita, infatti, non è solo visiva poiché stimola e sollecita tutti gli altri organi di senso, in particolare il tatto ma anche l’udito, coinvolto dalla voce di una guida, l’olfatto e, in certe occasioni, il gusto. Le repliche propongono inoltre manufatti integri e ciò permette di superare una delle prime barriere nella percezione di un bene archeologico: la sua lacunosità.

I recipienti ceramici riprodotti non sono allo stato di frammenti, ma sono forme intere; i manufatti in parte composti di materiale organico sono integrati con quelle sezioni che le condizioni di giacitura nel terreno hanno, col tempo, distrutto. Di una lama d’ascia, in selce o bronzo, completa della sua ipotetica immanicatura di legno, il visitatore può “provare” le modalità di impugnatura e di funzione, avere esperienza della forma, del peso, della sua “matericità”.

Un “coccio” in apparenza poco eloquente, con uno studio appropriato può essere ricondotto a una forma precisa che, foggiata con le tecniche, le argille e i degrassanti utilizzati per l’originale archeologico, può rendere tangibile una forma altrimenti solo immaginabile e addirittura aiutare ad ipotizzarne la funzione. Questo il significato di alcune forme vascolari che, ricostruite con particolari accorgimenti, sono state interpretate come strumenti musicali, sperimentando la particolare sonorità della ceramica. Il richiamo di tutti gli organi di senso, stimolato dall’approccio tattile dei manufatti, favorisce un’esperienza conoscitiva inclusiva ed emozionante con cui è possibile ricondurre il visitatore a periodi storici anche molto lontani nel tempo, non facilmente raggiungibili solo a livello cognitivo.

L’impostazione multisensoriale con cui è concepita la visita di questa sezione delle Collezioni rende la stessa accessibile a vari segmenti di pubblico, diversi per età e formazione culturale ma anche per esigenze percettive particolari. La fruizione diretta delle ricostruzioni dei reperti archeologici, conservate in vetrine apribili, consente un approccio conoscitivo personalizzato e a misura di visitatore, al quale la rigorosa conformità ai dati di studio garantisce la correttezza delle informazioni ricevute. Tale particolare esperienza museale, che basa il suo punto di forza sulla promozione di una conoscenza della storia empirica, coinvolgente ed inclusiva, muove verso un’idea universale di cultura.

 

Nicoletta Volante

Ricercatrice, docente di Preistoria e Protostoria e di Archeologia sperimentale