È ragionevole chiedersi se una teoria scientifica è (o no) in buona salute? In genere, sembrerebbe più appropriato (e più pertinente) chiedere se è vera o falsa. Tuttavia la particolare struttura concettuale della teoria dell’evoluzione, con molte colonne che sorreggono un corpaccione mutevole nelle forme ma stabile nella sua essenza, le dona quel tanto di flessibilità e resilienza che rendono la prima domanda senz’altro attuale.
Partendo dalla metafora del cantiere, si identificano aree morte, aree ben strutturate e più o meno stabili, aree in via di rifacimento o comunque ferventi di attività.
Si suggerisce che una di queste aree di intensa attività potrebbe oggi essere l’introduzione di meccanismi di eredità non genetica nel discorso evolutivo. Ne sono esempi il linguaggio, il territorio, gli usi sociali e la flora batterica intestinale, che si ereditano mediante strade diverse e indipendenti ma che interagiscono in un meccanismo di tipo evolutivo. A tal proposito si ricorda la curiosa figura di un matematico evoluzionista che, ante litteram, ha proposto una formulazione generale che potrebbe includere tutti questi aspetti come casi particolari di un unico processo. Si nota che, fra gli esempi di eredità non genetica, quello che suscita i dibattiti più accesi oggi è l’epigenetica, e ci si interroga in maniera critica sul suo reale rapporto con l’evoluzione.
Francesco Nardi
Dipartimento Scienze della Vita