Le ricerche dell’Unità di Preistoria del Dipartimento Scienze Storiche e dei Beni Culturali a Grotta del Cavallo nel Salento hanno portato, tra l’altro, alla scoperta di incisioni lineari su blocchetti di calcare, inseriti nel contesto abitativo dell’Uomo di Neanderthal datato a circa 45-42 mila anni fa. Queste importanti evidenze grafiche offrono lo spunto per una riflessione sulle prime manifestazioni iconografiche, sull’invenzione della linea e sullo sviluppo della cultura visuale nella Preistoria.
In Europa sono rare le testimonianze di impianti lineari su supporti lapidei, le quali insieme a recenti segnalazioni anche di uso di pigmenti colorati su pareti di grotta e all’ uso decorativo con l’ocra stessa anche di conchiglie, aprono lo scenario della nascita del sense of beauty nel percorso evolutivo delle culture del genere Homo.
A Homo sapiens si deve l’elaborazione di un sistema di raffigurazione con soggetti riconoscibili e scene narrative, che supera lo stadio neandertaliano dell’impiego, più o meno elaborato e concettualmente complesso, della grafica lineare.
La riflessione proposta si inserisce nel tema dell’estetica evoluzionista. Darwin nota, infatti nell’Origins of species che la sensibilità alla ”bellezza”, intesa come piacere derivante da colori, forme e suoni, si ritrova nell’intero mondo animale e che il suo ruolo è leggibile nei meccanismi di selezione sessuale, anche se la modalità della nascita del sense of beauty, in questa forma più semplice, sia un tema da chiarire. Comprendere la sua origine e la sua funzione nell’evoluzione biologica è importante anche per lo studio delle culture umane.
Oggi il dibattito si sviluppa tra impostazioni che richiamano la teoria darwiniana e quelle che vedono il senso estetico come un’abilità (exaptation) evolutasi per una certa funzione (magari proprio quella sessuale, come dice Darwin) ma passata nel tempo a funzioni diverse.
Lucia Sarti, Nicoletta Volante
Dipartimento Scienze Storiche e dei Beni Culturali