Il restauro di “un modello di Auzoux”

Prima del restauro

Nella vita di un bene culturale un momento fondamentale, oltre a quello dello studio e della catalogazione, è quello del restauro. La matericità di ciascun bene, sia esso un’opera d’arte o uno strumento scientifico, porta con sé il concetto di degrado che è quell’insieme di fenomeni, di varia origine e in diversi momenti della vita del bene, che ne intaccano la consistenza materica, fino a minarne la stessa esistenza.

Il primo step nell’attività di restauro è dunque lo studio dell’oggetto nella sua matericità e la comprensione delle cause del degrado.

In passato il termine “restauro” indicava quell’insieme di azioni necessarie a riportare un bene alle sue condizioni iniziali, se queste erano state compromesse dall’usura del tempo o da eventi traumatici. Oggi con tale termine ci riferiamo a tutte le tecniche idonee a garantire la maggior durata nel tempo di un bene culturale. In questa nuova accezione del restauro un aspetto ritenuto essenziale è la riconoscibilità dell’intervento. In sostanza qualsiasi intervento oggi operato su un’opera deve essere riconoscibile, anche se non immediatamente visibile, così da poter distinguere in ogni caso ciò che è autentico, da ciò che noi abbiamo inserito nell’opera per garantirne la sopravvivenza e la conservazione futura. Inoltre, ogni intervento deve essere compatibile e possibilmente reversibile.

Uno degli interventi più importanti di restauro fatti realizzare dal SIMUS è stato nel 2018 quello di un modello di orecchio in cartapesta in scala maggiore del reale, conservato nel Museo anatomico dell’Università. Datato 1877 fu realizzato dal medico francese Louis Thomas Jérôme Auzoux (1797-1880), come indica la firma riportata nel modello (Auzoux Doct.re fecit anno 1877). L’orecchio è costituito da 9 parti scomponibili numerate: tale caratteristica ne faceva un perfetto modello didattico, rendendo possibile allo studente una perfetta visualizzazione dell’orecchio esterno, medio e interno.

Nelle sue parti di grandi dimensioni è realizzato secondo la tecnica della cartapesta per fogli sovrapposti, che consiste nell’incollaggio di più fogli di carta uno sopra l’altro all’interno di una matrice negativa (una lacuna superficiale evidenzia questa stratificazione) e il film pittorico è applicato direttamente sulla carta senza preparazione sottostante. I pezzi di dimensioni inferiori, che raffigurano l’orecchio interno, non presentano invece lacune di superficie (potrebbero essere realizzati anche con carta macerata). Alcuni particolari sono realizzati con materiali eterogenei: il nervo cranico facciale è in legno e gesso, la membrana del timpano è realizzata da un doppio strato di materiale gelatinoso, le vene di maggiori dimensioni sono realizzate da cordicelle di paglia su un’anima centrale metallica e rivestite da uno strato di carta.

Dopo il restauro

Nel 2018 il modello di Auzoux è stato sottoposto a un delicato intervento di restauro con iniziale pulitura delle parti che presentavano un pesante scurimento della cromia originale a causa del deposito di sporco provocato dalle continue movimentazioni e manipolazioni. Si è quindi eseguito il consolidamento dei sollevamenti di film pittorico e delle zone più soggette a craquélure superficiale. Il ritocco pittorico è stato infine eseguito ad acquerello mediante tecnica del puntinato, al fine di rendere riconoscibili le parti sulle quali si è intervenuto rispetto alle altre ancora con pittura originale. Il restauro ha previsto anche la progettazione (con scansione tridimensionale del modello) ed esecuzione di un supporto di sostegno in plexiglass sagomato e piedistalli con altezze opportunamente calcolate per un corretto equilibrio dei pesi.